Il Melograno di Roma compie 40 anni

23 marzo 2023
Oggi è una giornata molto importante per noi operatrici del Melograno di Roma.
40 anni fa e precisamente il 23 marzo del 1983 nasceva a Roma la seconda sede, a livello nazionale, dell’Associazione Il Melograno Centro Informazione Maternità e Nascita, per iniziativa di un gruppo di donne che, per scelte di carattere professionale e personale, hanno voluto impegnarsi in un progetto culturale e sociale focalizzato sulla nascita quale evento basilare nella vita di una persona.
Si dice che il parto sia un evento rivelatore di una società, il cui grado di civiltà può essere misurato proprio a partire da come accoglie e si prende cura di ogni nuova nascita. Troppo spesso, però, abbiamo visto tener conto solo della dimensione sanitaria, senza considerare che in una nascita ci sono tante altre dimensioni: affettive, emotive, psicologiche e sociali.
Per questo da 40 anni il Melograno di Roma accompagna le donne e le famiglie dal tempo dell’attesa ai primi anni di vita dei bambini e delle bambine, ovvero nei primi 1000 giorni, proponendo attività e servizi di informazione, accompagnamento e sostegno, in linea con le più recenti evidenze scientifiche.
Oggi per noi è un giorno di festa che ci ricorda quanto lavoro è stato fatto e quanto ancora è necessario fare, per costruire insieme una comunità che riconosca i diritti di madri, padri e bambini e risponda in modo completo e specifico ai loro bisogni.
Punti fondamentali su cui vorremmo venisse concentrato il “fare” collettivo:
- Promuovere un welfare di comunità che consideri la nascita di un bambino un bene comune, sottolinei il valore sociale della maternità e della paternità, si occupi maggiormente dei neonati e dei loro genitori. Questo significa:
- azioni concrete per la costruzione di città e luoghi a misura dei piccolissimi (es. Farmacie Amiche dell’Allattamento Materno, Negozi che sostengono l’allattamento, Giardini per i piccolissimi…);
- iniziative che favoriscano l’attivazione di reti di vicinanza, condivisione, auto e mutuo aiuto tra donne e tra famiglie, per superare la solitudine e la chiusura privatistica in cui si vivono le responsabilità genitoriali
- iniziative che promuovano una collettività accogliente, non giudicante e che non impone stereotipi di maternità o modelli di genitore e di famiglia ‘normale’ o ‘adeguata’
- Ripensare i servizi del Percorso Nascita in un’ottica di continuità e di partecipazione attiva dei soggetti che ne sono i protagonisti. In concreto:
- potenziamento dei corsi di accompagnamento in gravidanza che promuovano soprattutto consapevolezza e capacità di scelte, che attivino risorse riconoscendo e rafforzando le competenze del corpo della donna, le competenze del neonato, le competenze dei genitori
- potenziamento dei servizi di sostegno domiciliare nel puerperio, noi li proponiamo da sempre, e sappiamo quanto sono necessari per superare solitudine e difficoltà iniziali
- promozione e sostegno dell’allattamento materno, molto si è fatto ma sono ancora tante le difficoltà che le donne incontrano soprattutto nei momenti iniziali
- iniziative di formazione multidisciplinare, che rafforzino negli operatori del Percorso Nascita quelle capacità trasversali che consentono di stare accanto ai protagonisti della nascita con sempre maggior sapienza, delicatezza e rispetto
- Ridurre l’eccessiva medicalizzazione dell’attuale assistenza alla nascita. In concreto:
- promuovere luoghi del parto che corrispondano alle indicazioni della legge regionale n°84/85: ambienti intimi e rispettosi, un’assistenza personalizzata che assecondi la fisiologia e preveda solo pratiche ostetriche di comprovata necessità ed efficacia, operatori che attivino e rispettino le scelte informate e consapevoli delle donne sostenendo al contempo il loro protagonismo e la loro competenza nel mettere al mondo il figlio/a
- diffondere progetti che prevedano spazi di ascolto e accoglienza dei vissuti delle donne nei reparti ospedalieri, fin dai primi momenti dopo il parto
- superare la dualità dell’assistenza alla mamma e al bambino, la separazione che vige ancora troppo spesso negli ospedali tra reparto di ostetricia e reparto di neonatologia
- costruire un rapporto di rete tra i diversi luoghi del percorso nascita, tra ospedale e territorio, tra consultori e servizi sociali, che si traduca in un sistema integrato di cura e di assistenza personalizzata nei cosiddetti primi 1000 giorni, in gravidanza, al momento del parto, nel puerperio e nei primi anni di vita del figlio/a;
- creare un sistema di monitoraggio continuo e valutazione dell’assistenza al Percorso Nascita secondo quanto previsto dalla legge regionale, dalle Linee Guida dell’OMS e delle evidenze scientifiche
- promozione e diffusione del programma internazionale dell’OMS/Unicef Baby Friendly Hospital e Baby Friendly Community Initiative
- Superare l’antagonismo o la riduttiva conciliazione tra lavoro e cura dei figli per una piena armonizzazione tra questi due aspetti così importanti della vita delle persone, e quindi:
- iniziative di sensibilizzazione che facilitino una piena condivisione delle responsabilità familiari tra uomo e donna
- potenziamento nei luoghi di lavoro dei servizi e delle iniziative di supporto ai genitori
- ampliamento del numero di asili nido e promozione di servizi innovativi, più flessibili per l’accoglienza dei bambini 0-3 anni
- Accogliere e sostenere le diversità e le famiglie più fragili, e quindi:
- sperimentazione forme di assistenza che facilitino l’accoglienza dei bisogni e dei vissuti delle madri migranti, che si trovano spesso sole, ad affrontare una nascita in un paese con usanze, procedure e modelli educativi diversi dai propri
- incremento dei servizi di mediazione culturale specifici per la maternità nei reparti ospedalieri e nei servizi di assistenza alla nascita
- interventi di sostegno alle maternità “fragili”, quando problematiche socio-economiche e/o psicologiche possono rappresentare elementi di rischio per lo sviluppo di una sana relazione con il bambino/a
- interventi di contrasto delle diverse forme di violenza di genere nel periodo perinatale, fenomeno sommerso nel nostro paese, ma presente purtroppo in misura rilevante.
Perché non vorremmo più leggere nelle statistiche che:
- la nascita di un figlio aumenta lo stato di povertà ed esclusione sociale delle famiglie
- la maternità è la prima causa di abbandono del lavoro per le donne
- sono in aumento le depressioni post-partum
- la gravidanza non protegge dal femminicidio e dalle varie forme di violenza di genere, anzi molte volte ne è la causa
ma vorremmo sentirci sempre più parte di una collettività
che sa dare il suo reale Benvenuto ad ogni nuovo bambino/a che viene al mondo,
consapevole che i neonati di oggi saranno gli adulti che guideranno il mondo domani
e altrettanto consapevole che la nascita di un figlio comporta la nascita di una madre e di un padre da accompagnare e sostenere sempre.