Giornata ricca di emozioni ieri al Melograno grazie allo spettacolo teatrale di Angela Sajeva e Elena Fazio.
Spettacolo Open Day di Angela Sajeva e Elena Fazio
Uno spettacolo che ci ha permesso di rivivere e condividere i sentimenti che accompagnano le scelte di una donna, il suo essere madre, moglie e figlia, dando voce a quelle zone d’ombra che troppo spesso vengono lasciate in silenzio. Le ambivalenze della maternità, il senso di inadeguatezza.
La necessità di essere sostenute, accompagnate da una comunità che accoglie, il desiderio di trovare uno spazio in cui tutto si può dire per non sentirsi sole, sono i bisogni emersi nella parte interattiva dello spettacolo, in cui lo spettatore è diventato attore dando voce alla propria storia.
Una giornata che ha permesso di festeggiare con grande orgoglio i 35 anni del Melograno. Convinte proprio come allora della necessità di offrire un luogo capace di rispettare le scelte di ogni donna, di accompagnare le famiglie e i suoi bisogni.
Per crescere un bambino ci vuole un villaggio
“L’amore materno è un sentimento incerto e labile, imperfetto come tutti i sentimenti, come tutti i sentimenti da costruire, non essendo mai scontato o dato una volta per tutte, che può esserci, magari fortissimo, in molte donne, o non esserci affatto, oppure esserci per poi sparire” (E. Mazzoni).
“C’era una volta e una volta non c’era, c’era una volta e chissà poi se c’era, c’era una volta e una volta c’era, in un punto preciso dell’Africa che non sta nè sopra né sotto, né in alto, né in basso, né al centro, c’era una volta un villaggio, una tribù e in quel villaggio, in quella tribù un bambino non nasce quando viene alla luce, non nasce nemmeno quando è concepito, ma nasce dal giorno in cui per sua madre quel figlio era semplicemente un pensiero nella mente e nel cuore”.
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